Cresce la richiesta per la specialità dell’entroterra siciliano. Fatturato aumenta fino a un milione di euro all’anno
Cresce del 20 per cento la richiesta del pomodoro Siccagno di Valledolmo. E il fatturato vola: un milione di euro all’anno. Il successo è dato dall’ottima annata che fa numeri record.
“Abbiamo superato un milione di pezzi trasformati e commercializzati, tra bottiglie di passate, concentrato di pomodoro e pomodoro secco – afferma Vincenzo Pisa, presidente della Cooperativa Rinascita di Valledolmo – Tra questi la linea Rosso Siculo, il top di gamma, per la quale usiamo varietà locali, tra le quali il Pizzutello, presidio Slow Food”.
Il raccolto 2020 presenta un pomodoro con più concentrazione di licopene e di zuccheri. Un frutto sano, colore rosso tipico intenso, odore di pomodoro fresco, non acidulo, sapore tipico ed omogeneo. Altamente dolce e di ottima persistenza. “Un’ottima annata, al di sopra delle nostre aspettative – continua Pisa – grazie alla stagione siccitosa con poche piogge e con una bassissima frequenza di infestazioni e malattie fungine. La resa in campo è stata superiore alla media di circa 100 quintali per ettaro, mentre la resa in trasformato pari al 70 per cento. Complessivamente sono stati raccolti 7 mila quintali”.
Ad oggi si coltivano circa 80 ettari nei terreni dei comuni dell’entroterra siciliano e specificatamente a Valledolmo, Sclafani Bagni, Alia Vallelunga, Villalba, nel territorio delle basse Madonie. Un comparto agricolo, quello del Siccagno di Valledolmo, che chiede attenzione e che sviluppa possibilità reali di crescita.
Indiscutibili le caratteristiche del prodotto, così tanto richiesto. Si chiama “Siccagno” per la particolare coltivazione all’asciutto, ovvero senza acqua. Non essendo irrigata, la pianta si presenta rustica con pochi frutti, relativamente piccoli, ma in essi gli elementi organolettici e nutritivi sono altamente concentrati (vitamine, zuccheri e antiossidanti).