Vivendo in Sicilia, immersi nella tradizione e nella cultura più vivide, sarà di certo capitato di assistere a caratteristiche lavorazioni manuali, come quella relativa all’intreccio di fibre naturali. Solitamente inserite all’interno di una bottega o di un laboratorio, uomini, lavoratori e maestri custodiscono una passione senza eguali, valorizzando gli antichi mestieri.
Figlia di una tradizione piuttosto longeva, l’arte dell’intreccio sopravvive sporadicamente tra le mani degli specialisti, i quali, in virtù dell’unicità della lavorazione, spesso ne danno anche dimostrazione nelle pubbliche piazze. L’intento è sempre quello di cimentarsi nella produzione di – ad esempio – cannistri, vasceddi, cavagne e panari, insomma una serie di contenitori (e tutti di diverse dimensioni e forme) utili al trasporto o alla conservazione di cibo (ricotta, frutta, pane, formaggi o altro ancora) o oggetti di vario tipo per donne o contadini. Testimoni di una tradizione molto remota, vengono realizzati grazie alla disponibilità in natura di fibre vegetali, quali il giunco, la canna e l’olivo selvatico, alcuni dei quali già utilizzati in precedenza per la realizzazione di alcuni illustri materiali scrittori (ad esempio, i papiri).
Quasi come delle giratempo contemporanee, tali lavorazioni conducono indietro di molti secoli, sino al Neolitico almeno, facendo rivivere epoche ormai trascorse. Non a caso, infatti, oggi vengono visti come oggetti da collezione, rari e preziosi, o come souvenir da regalare, essendo un’abilità non comune a tutti o diffusa in ogni regione. Facilmente, andando per le varie realtà cittadine della Sicilia, si scorgono ancora putìe tipiche di questa produzione, soprattutto d’estate, tanto che son divenute una spassosa attrazione per i turisti da ogni dove. Ancor più bello, soprattutto per gli amanti della lingua, è vedere come, pur essendo trascorso molto tempo, certi nomi siano rimasti proprio invariati, pregnanti e densi di significato: il dialetto ha conservato e custodito, un po’ come fa ancora oggi, delle vere perle linguistiche.